venerdì 8 ottobre 2010

La struttura della mente parte II

Salve a tutti,
una settimana fa ci eravamo lasciati discutendo sull'Inconscio, sulla sua esistenza e sulla sua capacità di condizionare le nostre vite. Come è possibile questo? Per spiegarvelo, devo ricorrere all' Iceberg di Freud, una figura che mostra la struttura della mente secondo la teoria del neurologo viennese denominata "Prima Topica".

Come possiamo osservare qui, la nostra mente cosciente (livello conscio, o conscious level) affiora appena dal "mare" che la separa dal resto della mente, e con i suoi pensieri e le sue percezioni non è che una piccola punta che ha come base qualcosa di più grande e ricco.

Se ci immergiamo in questo mare, infatti, ci troviamo di fronte il Preconscio, ovvero un'area solo parzialmente cosciente, in cui vi sono i nostri ricordi e le conoscenze acquisite in tutta la vita. Se ci pensate, la differenza tra un'azione conscia e una azione preconscia è intuitiva: una azione che avviene a livello conscio, come ad esempio la percezione del dolore, è sempre presente e non possiamo ignorarla a meno che non facciamo qualcosa per modificare il nostro stato. Una azione preconscia, come il ricordare un episodio della scorsa estate, è presente solo se noi evochiamo le immagini mentali, altrimenti è una informazione a cui non abbiamo accesso costantemente, pur esistendo in forma stabile nella nostra mente.

Un particolare importante della zona preconscia è che qui avvengono i sogni (di cui parleremo approfonditamente più avanti). Molte delle amnesie e dei disturbi psicogeni della memoria possono ragionevolmente essere circoscritti a quest'area.

L'Inconscio, ovvero la base del nostro iceberg, è una zona assolutamente inaccessibile alla coscienza che contiene, secondo Freud, paure, desideri sessuali inaccettabili, desideri irrazionali, impulsi violenti e immorali, esperienze mortificanti e bisogni egoistici. Questo materiale così pericoloso viene tenuto in questa zona di non consapevolezza al fine di non danneggiare la coscienza.

Personalmente, non condivido in toto questa visione negativa dell'Inconscio, ma sposo più la tesi di Carl Gustav Jung secondo la quale il nostro Inconscio è sì il ricettacolo di quanto più ci spaventa (Jung chiamerà questo aspetto "L'Ombra") ma è anche il luogo delle nostre potenzialità nascoste e inespresse. Quello che conta è che queste tre zone della mente comunicano tra di loro, in un modo o nell'altro, e che occasionalmente esse possono entrare in contrasto a causa di desideri divergenti. Non bisogna vedere quindi questi tre blocchi come qualcosa di separato, ma come un insieme dinamico (appunto!) che interagisce, si mescola e si contrasta a seconda dei desideri e delle esperienze di vita. Certamente, la nostra Coscienza ha bisogno a volte di difendersi da ciò che l'Inconscio può voler fare emergere, e perciò ha in suo possesso delle difese psichiche (su cui torneremo) che gli permettono di gestire il suo lato irrazionale. Verso gli ultimi anni della sua vita, Freud amplificò questa teoria definendo la conscienza "Io", l'inconscio "Es", mettendo il preconscio a cavallo tra questi due e aggiungendo una terza forza (o istanza), il "Super Io", una sorta di censore e moralizzatore che si forma nel corso della crescita infantile sul modello delle figure d'autorità della nostra fanciullezza. Parleremo di questo più avanti, perchè è un passaggio cruciale della psicodinamica.

Ma come possiamo osservare la comunicazione tra queste tre aree? Freud diceva che essa è visibile, tramite linguaggio simbolico e criptato, nei sogni e nei cosiddetti "atti mancati" ovvero in episodi come i lapsus e il motto di spirito. Compito della coscienza è quello di regolamentare questo flusso di desideri e di adeguarli alla realtà di tutti i giorni. Per chi fosse interessato a questo aspetto, consiglio la lettura del testo "Psicopatologia della vita quotidiana" di Sigmund Freud. Il libro è di facile reperibilità ed ha un costo minimo, inoltre il modo di scrivere di Freud è molto piacevole e chiaro, rendendo quindi i suoi testi una lettura abbordabile anche per chi è a digiuno di psicoanalisi.

Ora via saluto, penso possa bastare per oggi! Nel prossimo post analizzeremo il modo di esprimere i bisogni dell'Inconscio e le difese che il soggetto mette in atto.

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